Il pelo nell’uomo

Fra musica e parola, Ivaldo racconta, con poesia e ironia l’amore, il rapporto con l’altro sesso e il complicato mosaico della vita in cui bisogna trovare il posto ad ogni pezzo e osservare l’insieme.
Sala Diana | In programmazione: 11/05/2012 - 12/05/2012

E tutti i peli che avevo sulla testa?
Mi dicevano: ti sono caduti!  Ah sì…? E dove?  Così sono partito da lì, per il viaggio più lungo: dalla testa al cuore. I primi peli l’ho trovati sulla lingua. La lingua non riesci a vedertela, è un come il culo: devi metterti davanti allo specchio, sennò vedi solo quello degli altri. Però quando ci riesci, i nodi vengono al pettine.

…Perché non ci sposiamo?! Così siamo andati in Comune, ad accordarci con il Sindaco, e lui: “… I matrimoni civili non durano tanto…  No, intendevo dire… la cerimonia”.

Invece è stato tutto  molto breve. Ma per fortuna il mondo non è abitato da 6 miliardi di uomini.

Il pelo nell’uomo è un dialogo con l’altro sesso, e con il proprio; con le mamme e con i mammoni; con la coscienza che parla e la lingua che tace; con le radici di un albero che ha tante vite, e col fiore di cui t’innamori, un giorno.

Massimo Sistema cerca di mettere tutto a posto, ma la vita è riso e pianto, mescola acqua e fuoco: è l’essenza invisibile e un mosaico infinito, e ogni volta che arriva un pezzo devi cercargli il posto, e allargare la cornice, e fare un passo indietro per guardare il tutto,  e uno, per andare avanti.
E quando ti muovi sapere che sei una tartaruga, e un burattino, e, per fortuna, un volatile.

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