MUMBLE MUMBLE- Confessioni di un orfano d’arte

Un racconto ironico, dissacrante, intimo, coraggioso: Emanuele Salce racconta la sua storia personale ad un ironico e discreto personaggio-spettatore ora complice, ora provocatore. Parla soprattutto dei suoi due padri: quello naturale Luciano Salce e quello “adottivo” Vittorio Gassman.
Sala Diana | In programmazione: 28/01/2017 - 29/01/2017

Un racconto ironico, dissacrante, intimo, coraggioso: una tragicomica confessione di un orfano d’arte. La narrazione divertente di due funerali… e mezzo. Emanuele Salce, con l’ironia e la verve che lo caratterizzano, è il narratore di tre morti: quella di suo padre naturale, il regista Luciano Salce, quella del secondo marito di sua madre e suo padre adottivo, Vittorio Gassman e, infine, quella metaforica: la sua.

Nelle prove in camerino di un teatro parrocchiale di una sperduta provincia italiana, Emanuele Salce cerca di conciliare la verità assoluta che trova nelle pagine di Dostoevskij, ai momenti più grotteschi dei funerali dei suoi padri, dove spiccano personaggi singolari, tra presenzialisti e volti bizzarri. Lo spettacolo si chiude con il racconto dell’incontro con un’irresistibile bionda australiana ed una sciagurata boccetta di lassativi. Un tentativo di liberazione da un peso (non solo simbolico) che diventa una morte metaforica, una vera e propria catarsi. A fare da contraltare l’ironico e discreto personaggio-spettatore Paolo Giommarelli, ora complice, ora provocatore di una confessione che narra di personaggi pubblici e allo stesso tempo teneramente privati.

Un infuriare di ricordi surreali, grotteschi, ironici. Un intreccio inestricabile di cultura e provocazione, di attese insoddisfatte e di traiettorie felicemente impreviste. Un paradossale e compiaciuto autodafé laico. La testimonianza di un orfano d’arte partecipe di un mondo assurdamente logico.

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