In casa mia mi hanno sempre raccontato la storia di mio zio Giordano Bruno Castagna un po’ distrattamente dicendo: “Si dai, non ti ricordi, lo zio Bruno, lo scultore, quello che poi è finito in manicomio…”
A partire dal suo nome, incredibile, e dalle sue vicende che ruotano intorno alla cava di marmo in una Carrara degli anni ’30, nasce lo spunto per creare una narrazione che approfondisce il rapporto tra l’uomo e la montagna, racconta dell’incrocio tra la vita dello scultore Giordano Bruno Castagna e quella del filosofo Giordano Bruno, come se i due personaggi, accomunati dal nome, dovessero giocare le loro rispettive parti e, entrambi alla ricerca della verità e della felicità, vivere lo stesso tragico
destino.
Un lavoro di narrazione basato sull’indagine approfondita del passato, attraverso la ricerca sul campo, con un atteggiamento vitale, dettato da una curiosità onnivora, attenta a cercare indicazioni nella tradizione che possano raccontare il nostro vivere quotidiano, il nostro contemporaneo, un filo che unisca passato e futuro.
Lo spettacolo fa parte della sezione Progetto da Salotto realizzata in collaborazione con Alessandra Frabetti