Il punto di partenza de Il merluzzo surgelato è stata una riflessione intorno alla demenza senile, che ha portato alla domanda: Cosa c’è dentro la testa di una persona senza più memoria? Cosa vedono i suoi occhi? L’attrice in scena proverà a rispondere guardando la realtà proprio attraverso questi occhi e ricostruendo i propri ricordi non solo per mezzo delle parole, ma anche tramite il movimento danzato, i suoni e la musica; mettendo così in evidenza come la sensorialità e l’emotività siano elementi imprescindibili della memoria. Durante questo percorso, ai ricordi personali dell’attrice se ne aggiungeranno però anche degli altri, dei ricordi non suoi, quelli della storia di tutti, quelli della Storia con la “S” maiuscola, in un accumulo crescente che la farà piombare in un caos che è tanto pieno quanto vuoto. Il merluzzo surgelato, dunque, vuole essere un’esplorazione sul tema della memoria, sull’importanza e il pericolo di ricordare e dimenticare e su quello che succede quando l’equilibrio tra questi due elementi viene compromesso o alterato da una patologia o da un male storico come l’indifferenza, che fa scordare alla gente quelle cose importanti che non andrebbero mai dimenticate. L’equilibrio precario tra ricordo e dimenticanza e l’assenza che lascia quest’ultima sono simboleggiati da uno spazio scenico volutamente vuoto, occupato solo dalle luci di scena, dall’attrice e da un oggetto che fa parte dei suoi ricordi d’infanzia, una sedia.
Premio “Giovanni Di Bella” per la Miglior Regia a Teatri Riflessi 7, 2022
Premio “Valentina Nicosia” per la Miglior Interpretazione a Teatri Riflessi 7, 2022
Premio Miglior Interpretazione Teatro San Prospero di Reggio Emilia, 2022
Lo spettacolo fa parte della Sezione G.E.T. – Giovani Eccellenze Teatrali realizzata in collaborazione con Associazione La Chascona