Gigi, un’uomo di cinquant’anni reduce da una serie di fallimenti personali e professionali decide di regalarsi un Calcio Balilla per il suo compleanno. Un oggetto che non ha più toccato da quando, con la versione “Espana 82”, nel 1989 a Sarajevo si era aggiudicato il titolo di Campione del Mondo. Una storia che ha inizio negli anni 80’ al Bar Fernanda, a 27 passi dalla Società della Canottieri San Ambrogio, dove Gigi ha trascorso la sua adolescenza giocando a Calcio Balilla. Un luogo, un bar, una piazza, un centro sociale, un palcoscenico esistenziale che dalle 5 del mattino fino a notte fonda brulicava di operai, pescatori, studenti, professionisti, giocatori, prostitute e il mitico Humphrey Bogar, un portuale sempre appoggiato al bancone con l’immancabile “bianco sporco” e sempre in vena di battute da film. Finito il tempo da campioni e chiuso il bar Fernanda, Gigi si ritrova dopo trent’anni a passare, un giorno come un altro, proprio da quelle parti per cercare quel vecchio Calcio Balilla sul quale aveva a suo tempo mosso i “primi passi” per diventare campione.
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