Settimo continente è un’indagine sul rapporto tra l’uomo e la plastica, che parte dal legame che ha unito questo materiale allo sviluppo della società contemporanea e alle abitudini quotidiane della collettività e degli individui. Lo spettacolo è diviso in quattro “magie” (nello specifico trattasi di quattro episodi): quattro punti irrisolti nel rapporto tra essere umano e plastica, che appunto i tre attori protagonisti, tentano di capire e di risolvere improvvisandosi maghi. Nel primo episodio li troviamo alle prese con la sfida di far scomparire una bottiglia, nel secondo li vediamo nascondere cartine di caramelle sotto il cuscino (rimpallandosi la colpa una volta scoperti, proprio come si faceva da bambini), nel terzo tentare disperatamente di capire cosa sia l’economia circolare e infine, nel quarto, perdersi là in mezzo al mare a galleggiare come gli oggetti che abbiamo dimenticato, nel tentativo di ricordarseli tutti uno per uno.
lo stile è ironico e surreale, utile a veicolare uno dei temi proposti dallo spettacolo: la rivisitazione del concetto stesso di rifiuto. L’ironia ci avvicina al materiale, ci aiuta a non vedere la plastica come elemento nocivo e danneggiante, ma come un qualcosa che abbiamo amato, di cui ci siamo serviti e che tuttora merita attenzione.
Lo spettacolo fa parte della rassegna Periferiche visioni, un progetto di Teatro Garage, teatro dell’Ortica, Associazione La Chascona