La scrittura dà voce ad una donna rimasta troppo a lungo in silenzio: vent’anni di solitudine non l’hanno resa più devota ma più lucida.
Penelope è una donna che ha imparato a trasformarsi, rifiuta il mito che le è stato cucito addosso e quando Ulisse ritorna, carico di storie, glorie e ferite, non trova più la sposa fedele ma una donna che non lo riconosce: in scena il gesto diventa atto di libertà, non più tela ma parola.
Il testo offre una prospettiva critica sulla figura maschile, invitando a riflettere sulle dinamiche di potere e sulle aspettative sociali.