Sinceramente bugiardi

Le vicende di due coppie intessute con il tipico gusto anglosassone dell'equivoco e del colpo di scena, finiscono per intrecciarsi, dando spazio al più puro divertimento. Philip, maturo uomo d’affari, vuole passare un weekend con la giovane amante Ginny che ha una relazione con lo squattrinato Greg. Quest’ultimo ha qualche dubbio sulla fedeltà della ragazza, come ne ha anche Sheila, moglie paziente ma non ingenua, a proposito di Philip.

Sinceramente bugiardiSinceramente bugiardi è  il capolavoro del primo Ayckbourn quello più farsesco ma anche dotato di uno stupefacente virtuosismo nel costruire una pièce irresistibile con il minimo dei mezzi: un banale equivoco e due coppie appartenenti a generazioni diverse. Tutto ruota attorno ad un tema proprio della farsa: le bugie dei personaggi e gli equivoci che esse provocano in un mondo apparentemente ordinato.

Philip, maturo uomo d’affari, vuole passare un weekend con la sua giovane amante Ginny che ha una relazione seria (il matrimonio è in vista) con il giovane e squattrinato Greg. Quest’ultimo ha qualche dubbio sulla fedeltà della ragazza, come ne ha anche Sheila, moglie paziente ma non ingenua, sul marito Philip. In una situazione di questo genere, Greg si presenta nella casa dei due maturi coniugi credendo di parlare con i genitori della fidanzata e annunciando il matrimonio. Philip, a sua volta, è convinto che Greg sia l’amante della moglie.

Alla fine la situazione diventa irresistibile: Ginny finisce con l’apparire figlia dell’amante Philip mentre Sheila passa per la madre illegittima della ragazza e i colpi di scena non si contano. Ma tutto rientra nell’ordine e nella normalità come è buona regola della commedia inglese. Solo un paio di pantofole, attribuite ora ad un personaggio ora ad un altro, lasciano intuire che l’ happy end della coppia giovane, il matrimonio, corra qualche pericolo.

La regia, da sempre  interessata alla drammaturgia di Ayckbourn, restituisce al testo la capacità di coniugare ritmi forsennati e mano leggera con la capacità di indagare le  psicologie dei personaggi, coniugando eleganza ed ironia di matrice anglosassone con un allestimento di forte comunicatività.

 

qui  il trailer

Autore: Alan Ayckbourn traduzione Luigi Lunari

Regia: Francesco Branchetti

Con: Debora Caprioglio Lorenzo Costa Federica Ruggero Fabio Fiori

Con: Pino Cangialosi

Scene: Clara Surro

Costumi: Clara Surro