Da un dialogo che è una delle caratteristiche più brillanti della drammaturgia contemporanea emergono a poco a poco i lineamenti dei dismessi protagonisti di storie mediocri, lacerati da desideri frustrati e bisogni di solidarietà che trovano nella parola violenta, sboccata, l’unica via per rivelarsi. Perversioni sessuali a Chicago è una commedia in cui un mirabolante turpiloquio fa esplodere situazioni tanto scabrose quanto divertenti.
Danny Shapiro e Deborah Soloman trascorrono una notte insieme e tentano di trasformare questo incontro in una relazione ma non hanno fatto i conti con le loro paure e soprattutto con le velenose incursioni dei rispettivi amici Bernie Litko e Joan Webber.
Da dialoghi serrati alimentati da una pulsante energia nevrotica emergono i lineamenti dei personaggi e proprio dentro questi frenetici duelli verbali si compiacciono e cercano di riempire il vuoto presente alla base delle loro esistenze, nascondendo solo in parte la loro disperazione. I quattro personaggi di Perversioni sessuali a Chicago possono illudersi di essere felici finché riescono a continuare a scherzare, criticare, e fantasticare. Le emozioni, così come le relazioni, sono dunque carne da macello. Né più, né meno.