Nello spettacolo vengono messe in risalto le tre personalità dei protagonisti della storia scritta da Wilde: Henry, Basil e Dorian, e del loro comportamento in relazione alla stessa storia che li accomuna tutti.
La reinvenzione drammaturgica di Manfridi, equipara il ruolo di Dorian Gray, (protagonista assoluto nel romanzo di Wilde) a quello degli altri due, in uno smontaggio della trama narrativa ripensata nei termini di un’indagine processuale.
Al centro dell’inchiesta, un mistero dall’intreccio tanto articolato da non essere noto, nella sua interezza, a nessuno dei tre. Henry, Basil e Dorian si avvicenderanno, così, in una serie di deposizioni corrispondenti ad altrettante visioni dei fatti. A tre punti di vista che, congiunti, offriranno allo spettatore la chiave di questo formidabile enigma, teatralmente concepito come una virtuosistica partitura per attore solista. L’incalzare del ritmo, sempre più marcato nel passare da un movimento all’altro, è tale da far maturare una suspense imprevista, e le atmosfere gotiche in cui matura la vicenda finiranno ben presto con l’assumere i connotati di un noir senza precedenti.