Una donna racconta il suo amore per un uomo e per un ballo. Presente e passato si confondono. Esistono diverse verità e forse neanche a sipario chiuso, la storia potrà dirsi chiaramente conclusa. La vicenda si svolge ai giorni nostri. Il palcoscenico diventa una moderna Milonga in cui si esibiscono coppie di ballerini. In un angolo del palcoscenico, lo studio o ufficio di un intrigante signore in giacca che pare interrogare una ragazza. Lo spettacolo, ricorrendo a continui flash back intreccia ricordo e presente. L’uomo indaga, chiede, si informa, dialoga con la ragazza che appare debole, sperduta, a volte impaurita. Il racconto prende subito tinte gialle diventa una vicenda intricata, sottolineata da rumori amplificati, ma soprattutto dalla musica e dal tango.
Musica e danza assurgono a protagonisti della vicenda. Gli interpreti ballano il tango, dando vita alla magia di questo ballo. “Il tango è passione e sensualità allo stato puro e trasmette una grande carica erotica” dirà Genny, la protagonista della vicenda.
L’impostazione registica gioca su più piani, cercando un linguaggio scenico in cui la danza si inserisca armonicamente nel tessuto narrativo affidato agli attori, giocando la cifra della leggerezza e dell’ironia.