Lo spettacolo parte da una scelta di dodici racconti dalla raccolta “Racconti musicosi” di Francesco Nardi. Sono riflessioni, descrizioni, narrazioni nel senso più tradizionale, ma anche veri e propri dialoghi squisitamente teatrali che riguardano il dietro le quinte della musica di cui offrono aneddoti, curiosità e piccoli-grandi segreti.
Questi dodici, uniti da una cornice che ne definisce la struttura in forma di spettacolo, costituiscono un percorso non lineare che esplora la tecnica e la creatività musicale e la successiva traduzione concreta nelle varie forme di questa arte: dalla sinfonia alla cosiddetta canzonetta, dal concerto alla colonna sonora, senza discriminare fra genere colto e leggero.
Fantasia e leggerezza, nel rispetto della verità storica di personaggi ed epoche citati, sono la cifra stilistica della scrittura e poi della restituzione scenica che varia di passo, ora con umorismo, ora con poesia, ora con accenti toccanti, ma sempre con la voglia di condivisione e la speranza, magari, di suscitare curiosità e voglia di approfondire.
Storia di Storie in 2/4
I “Racconti musicosi” nascono senza lontanamente immaginare che un giorno sarebbero andati a vivere addirittura in un copione teatrale. Il loro primo pubblico era infatti costituito da una sola persona: una curiosa allieva pianista che voleva scoprire non solo il significato di quei termini che all’inizio le sembravano così astrusi (diesis, bemolle, tonalità, partitura…), ma anche ciò che stava dietro a quei suoni che, magicamente, stavano prendendo forma e sostanza tra le sue dita. “Cosa posso fare?” si chiese “…Ci sono, gli ispirerò dei racconti!” Detto, fatto.
Oh, naturalmente lei – l’allieva pianista – non si rendeva conto di tutto questo (non sempre gli allievi sono consapevoli di essere fonte d’ispirazione per gli insegnanti… Be’, a volte neanche gli insegnanti stessi lo sanno, ma questo è un altro discorso). Comunque sia, il maestro continuò a seminare pazientemente accordi e consonanze, arpeggi e armonie, ma al tempo stesso si ritrovò a chiederle di mettersi ancor più comoda del solito perché da lì a poco sarebbero partiti per un viaggio… Sarebbero andati nei luoghi della musica e soprattutto avrebbero incontrato le persone che da sempre la fanno vivere: i musicisti! Certo, si sarebbe trattato di tornare indietro nel tempo (a volte anche di secoli), sarebbero dovuti entrare nelle case dei compositori, magari spiando di nascosto cosa succedeva proprio nel momento creativo (ah, la lingua non sarebbe stata un problema: è la musica che parla!). Bastavano una penna, un po’ di fogli bianchi da riempire di parole e un minimo di fantasia da mettere nero su bianco: più che sufficiente.
Partirono, viaggiarono assieme, si divertirono un mondo, risero a crepapelle, si commossero a volte fino alle lacrime… Quando un giorno, senza praticamente accorgersene, finirono dentro ad uno spettacolo dal titolo “Storie in 2/4”
Ora avevano addirittura un pubblico davanti… e, soprattutto, tanta musica dentro, da vivere e condividere tutti insieme. Un’orchestra, si potrebbe dire…