Due sorelle lavorano alla maglia intrecciando fili di lana e storie, la loro e quella di un uomo, Barbablù, che un giorno si presenta alla porta. Sta cercando una donna in moglie.
Se le sorelle rifiutano la proposta di matrimonio fatta da quell’uomo, non così la più piccola, Anna, la più ingenua, la più curiosa. Ma chi è quell’uomo che ogni tanto dà grandi feste e che è alla ricerca di una moglie sempre nuova? E perché ha quella barba così blu?
La piccola Anna, da quel momento sarà circondata da accortezze e regali. In cambio dovrà rinunciare a fare domande, ad essere curiosa. Potrà fare tutto quello che vuole tranne usare una piccola chiave. Ad Anna spetterà la scelta, ignorare la chiave e la stanza con i misteri che sono custoditi o aprire quella porta per vedere cosa c’è dietro?
La storia di Barbablù inquieta, evoca qualcosa di terribile già nel nome del suo protagonista. Meglio non parlarne, meglio non nominarne neanche il nome perché potrebbe tornare, dice una delle sorelle. E invece proprio il parlarne, il raccontare di lui, di Anna e delle mogli scomparse può aiutare ad allontanare il suo ritorno. La storia di Barbablù è raccontata da quelle due sorelle che per scelta non diventarono mogli di barbablù e che sempre per scelta han deciso di non dimenticare e continuare a raccontare per salvare le sorelle e i fratelli da altri Barbablù.
Anche loro, come Anna, decidono di aprire la porta di Barbablù, nonostante possa far paura.
Ma le fiabe lo insegnano bene, la paura è qualcosa che bisogna affrontare per poter crescere e compiersi come persona. E nel farlo, bisogna non abbandonare la curiosità e il vero sentire perché in gioco è la vita.