Durante una canzone in uno spettacolo a Reggio Emilia, nel pieno della concentrazione e del trasporto emotivo- avevo anche gli occhi chiusi- uno spettatore mi grida “Stonato!” In quel i mondo per me si ferma ed esiste solo lui. Mi passa davanti tutta la vita, e lui. Ho continuato lo spettacolo con il pilota automatico ma ogni mia sinapsi era a pensare a quella parola così diretta, così cruda. Ricordo sono morto in un momento (questa non è mia).
Ma se fosse stato invece un complimento?
STONATO! È lo spettacolo che fa di quell’aggettivo un complimento.
I clichet sociali, gli stereotipi, i luoghi comuni sono una sorta di spartito sempre intonato su una sola musica, la solita, trita e ritrita. Stonare rispetto a quello spartito ha una funzione liberatoria e catartica.