La prova generale

Una commedia divertente e surreale ambientata negli anni ’70: una famiglia piccolo-borghese attende il ritorno del figlio dal lavoro… pare una comune scena familiare, ma non è proprio così…
Sala Diana | In programmazione: 16/12/2011 - 17/12/2011

L’autore, osservatore acuto della contemporaneità di quegli anni, ci offre un eccentrico e vivace spaccato familiare.
Una madre, amante del dettaglio, mette gli asciugami in tinta con le lenzuola e la carta igienica, un padre azzoppato vive nel rimpianto di un appassionato mestiere che non può più fare e tenta di tramandare al figlio le competenze della professione e un figlio, giovinastro scapestrato ma di buona volontà, che perde facilmente la testa, ma è pieno di fantasia, si ingegnano, in modo molto originale e a dir poco stravagante, per far quadrare l’economia domestica, mentre un vicino di casa alquanto ficcanaso li spia. C’è pure una bella ma svampita fidanzata del figlio che sembra uscita da un fotoromanzo Lancio, che sogna l’attico con piscina e una donna misteriosa che porta trambusto nella quasi perfetta organizzazione casalinga.
Sei personaggi ben delineati, strutturati con puntuale ironia e graffiante umorismo, che evidenziano tutti i vizi e i luoghi comuni di una piccola borghesia intenta ad arrangiarsi in un’Italia in piena crisi economica e sociale.
Aldo Nicolaj diceva: Io non mi annoio perché so come intrattenermi. Ho uno straordinario giocattolo che mi tiene compagnia: il teatro. Come non essere d’accordo con lui?
Il teatro è un “gioco vero” dove il corpo, la voce, gli sguardi, i suoni, gli oggetti, creano relazioni ed emozioni vere.
In scena si può fare tutto senza pudore, senza reticenze perché si gioca. L’attore, così come il bambino che gioca, crede veramente in quello che fa con tutto se stesso, con la mente, il corpo e la voce.
Anche questo testo è un giocattolo da scomporre e ricomporre nei modi più diversi e inaspettati per giocare il teatro, un testo ricco e divertente, ma anche impegnativo.
L’attenta lettura delle singole battute ci ha consentito di ricostruire i caratteri dei personaggi in scena che si rivelano allo spettatore con tutti i loro pregi e difetti, i loro desideri e le loro ambizioni, le loro manie e grettezze, suscitando sensazioni di commozione ed incredulità,  risate a crepapelle e turbamento.
Così in questo gioco che intrattiene è cresciuto giorno dopo giorno lo spettacolo, le quotidiane conversazioni tra la madre e il padre, i pianti della fidanzata, le imprese maldestre del figlio, le intrusioni del vicino impiccione … insomma la Caruccio & Comany ovvero la rappresentazione di una storia dove niente è come appare.
Iula Rossetti
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