“Thom Pain (basato sul niente)”, è un monologo del drammaturgo americano Will Eno, vincitore del Fringe Award all’Edinburgh International Festival nel 2005 e, nello stesso anno, finalista del Premio Pulitzer per la sezione teatro.
Un uomo, un antieroe solitario, che affiora dalla penombra di una scena spoglia, per trascinare gli spettatori in un’acrobazia esistenziale sul filo di una trama apparentemente sconnessa e illogica di ricordi e riflessioni. Pensieri e parole in libertà: l’infanzia, la memoria dolorosa, un amore perduto, la paura.
Un uomo in cerca di ascolto, giocoliere di parole, mendicante frustrato di attenzione, quella di un pubblico del quale cerca, avido, lo sguardo, il confronto diretto e frontale. Una confessione laica, che mette a nudo le ferite, alcune mai rimarginate, di tutta una vita, in cerca di un senso da dare all’esistenza e di un’occasione, una possibilità di trasformare la rovina in salvezza.
” Alla sua conclusione, il pubblico puo’ non sapere esattamente quello che ha appena visto o che cosa avrebbe dovuto significare. È Thom Pain una meditazione sulle delusioni della vita? Un esercizio di futilità? Forse entrambe le cose. Una cosa è certa, però. Anche se il monologo è basato sul nulla, il suo stile non convenzionale lo rende molto più interessante di molti altri giochi teatrali che sono ttualmente sulla scena”.